venerdì 5 giugno 2009

I NOSTRI POLITICI

Oggi conosciamo Nicola Cosentino "Sottosegretario di Stato all'Economia e alle Finanze"

Nicola Cosentino (Casal di Principe, 2 gennaio 1959) è un politico italiano, è coordinatore regionale di FI - Il Popolo della Libertà in Campania. Dal 12 maggio 2008 è Sottosegretario di Stato all'Economia e alle Finanze.

Nasce a Casal di Principe il 2 gennaio del 1959. Ancora studente universitario, alla Facoltà di Giurisprudenza, comincia ad appassionarsi alla politica diventando, giovanissimo, consigliere comunale nel suo comune nativo negli anni 1978-80, poi consigliere della Provincia di Caserta (1980) ed Assessore provinciale con delega ai Servizi Sociali dal 1983 al 1985). Rieletto alla Provincia di Caserta nel 1985, viene nominato Assessore alla Pubblica Istruzione. Al suo terzo mandato come consigliere provinciale (1990), ricopre l’incarico di Assessore provinciale all’Agricoltura. È parente acquisito del boss del clan dei casalesi Giuseppe Russo, detto Peppe O' Padrino.

Nel settembre 2008 viene pubblicamente accusato di aver un ruolo di primo piano nel riciclaggio abusivo di rifiuti tossici, da Gaetano Vassallo, il boss che per 20 anni ha nascosto rifiuti tossici in Campania pagando politici e funzionari. Di seguito parte della confessione di Gaetano Vassallo ai pm della direzione distrettuale antimafia napoletana :
"Confesso che ho agito per conto della famiglia Bidognetti quale loro referente nel controllo della società Eco4 gestita dai fratelli Orsi. Ai fratelli Orsi era stata fissata una tangente mensile di 50 mila euro... Posso dire che la società Eco4 era controllata dall'onorevole Nicola Cosentino e anche l'onorevole Mario Landolfi (An) vi aveva svariati interessi. Presenziai personalmente alla consegna di 50 mila euro in contanti da parte di Sergio Orsi a Cosentino, incontro avvenuto a casa di quest'ultimo a Casal di Principe. Ricordo che Cosentino ebbe a ricevere la somma in una busta gialla e Sergio mi informò del suo contenuto".

NO alla camorra, NO a Luigi Cesaro

Il boss disse: date a Cesaro
di Gianluca Di Feo e Emiliano FittipaldiIl re dei rifiuti accusa il coordinatore campano del Pdl: lo vidi incontrare il capoclan. E parla di un patto segreto tra il deputato e i casalesi




Una gigantesca zona grigia, dove diventa impossibile distinguere i confini tra camorra, imprenditoria e politica. I verbali di Gaetano Vassallo, l'imprenditore che per vent'anni ha gestito il traffico di rifiuti tossici per conto dei boss casalesi, vanno al cuore del patto criminale che ha avvelenato una regione. Descrivendo accordi inconfessabili che sostiene di avere visto nascere sotto i suoi occhi. Una testimonianza che chiama direttamente in causa i vertici campani di Forza Italia, quelli a cui Silvio Berlusconi ha affidato proprio la pulizia di Napoli. Oltre al sottosegretario Nicola Cosentino, uomo forte del Pdl nella regione, il gran pentito dei rifiuti ha accusato anche il coordinatore del partito, l'onorevole Luigi 'Gigi' Cesaro. Un ex funzionario della Asl di Caserta che si sarebbe conquistato la simpatia personale del Cavaliere bombardandolo con spedizioni settimanali di mozzarella di bufala: 20 chili per volta. "Silvio mi ha detto: ''Gigi, la tua mozzarella la mangio perché so che i tuoi amici la fanno con cura. E non ti farebbero mai un torto'".Il parlamentare, secondo il collaboratore di giustizia, sarebbe stato "un fiduciario del clan Bidognetti": la famiglia di Francesco Bidognetti, detto 'Cicciotto 'e Mezzanotte', il superboss condannato all'ergastolo in appello nel processo Spartacus e che assieme a Francesco 'Sandokan' Schiavone ha dominato la confederazione casalese.Vassallo riferisce ai magistrati le rivelazioni di due pezzi da novanta della cosca casertana: "Mi spiegarono che Luigi Cesaro doveva iniziare i lavori presso la Texas di Aversa e che in quell'occasione si era quantificata la mazzetta che il Cesaro doveva pagare al clan. Inoltre gli stessi avevano parlato con il Cesaro per la spartizione degli utili e dei capannoni che si dovevano costruire a Lusciano attraverso la ditta del Cesaro sponsorizzata dal clan Bidognetti".
Frasi di seconda mano? Il collaboratore di giustizia dichiara di essere stato testimone diretto dell'incontro tra il parlamentare e Luigi Guida, detto 'o Drink, che tra il 1999 e il 2003 ha guidato armi alla mano la famiglia Bidognetti per conto del padrino detenuto. "Io mi meravigliai che il Cesaro avesse a che fare con Guida...". Quello che viene descritto è un patto complesso, che coinvolge i referenti di più partiti e i cassieri di più famiglie camorristiche. L'affare è ricco: la riconversione dell'area industriale dismessa dalla Texas Instruments in una zona ottimamente collegata. Una delle storie della disfatta tecnologica del Sud: nonostante l'accordo per il rilancio, nel 1999 lo stabilimento viene venduto a una immobiliare di Bologna e chiuso, con la mobilità per 370 dipendenti. Poi nel 2005 la ditta del fratello di Cesaro ottiene il permesso per costruirvi una nuova struttura industriale. Ma nulla nei piani dei Cesaro assomiglia a una riconversione produttiva. Infatti l'anno scorso parte il tentativo di cambiarne la destinazione, bloccato dalla protesta di opposizione e cittadini. La zona resta inutilizzata ma strategica: tra poco vi sorgerà una fermata del metrò. E dieci giorni fa è stato presentato un altro progetto, che avrebbe forti sponsor in Regione, per farvi nascere negozi e parcheggi. Ancora più lucrosa sarebbe stata la trasformazione dei poderi di Lusciano, un paesone incastonato tra Caserta e Napoli, in aree industriali, dove poi insediare aziende possedute dai padrini. Un ciclo economico interamente deviato dal potere della criminalità, che deforma il territorio e il tessuto imprenditoriale grazie al controllo assoluto delle amministrazioni locali e alla disponibilità di capitali giganteschi. Tra i protagonisti delle deposizioni anche Nicola Ferraro, businessman dei rifiuti e leader casertano dell'Udeur, tutt'ora consigliere regionale nonostante un arresto e le accuse di vicinanza alla famiglia di 'Sandokan' Schiavone: "Nicola Ferraro era il garante politico economico ed era colui che coordinava l'operazione, mentre il Guida era quello che interveniva al Comune di Lusciano direttamente sul sindaco e sull'ingegnere dell'ufficio tecnico per superare i vari ostacoli. Chiaramente molti terreni agricoli prima di essere inseriti nel nuovo piano regolatore venivano acquistati dal gruppo Bidognetti a basso prezzo dai coloni e intestati a prestanome". Poi il racconto entra nei dettagli: "Il Ferraro aveva il compito di cacciare i soldi per conto del gruppo Bidognetti per liquidare i coloni. Una volta divenuti edificabili, i lotti venivano assegnati a ditte di persone collegate al clan, quali l'azienda di Cesaro, che in cambio dell'assegnazione versava una percentuale al clan".

Un ruolo di primo piano, quello del parlamentare: "Luigi Cesaro era stato scelto dal gruppo Bidognetti quale fiduciario e gestore dell'operazione". I sindaci, i tecnici comunali e i progettisti che hanno gestito queste varianti urbanistiche sono tutti di Forza Italia. Il partito a cui aveva aderito anche Vassallo. E che nella regione è guidato da Cosentino e Cesaro: i due politici che affiancano Berlusconi nei frequenti bagni di folla partenopei, i due uomini indicati dal pentito come referenti dei padrini casalesi.Il Pdl campano ha fatto quadrato contro le accuse di Vassallo pubblicate da 'L'espresso' nel numero scorso. Il sottosegretario Cosentino le ha respinte con fermezza, dicendosi pronto alle dimissioni se venisse trovato un solo riscontro. Anche Luigi Orsi, fratello dell'imprenditore assassinato a giugno, ha negato di avere versato bustarelle al sottosegretario. Ma le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Napoli avrebbero trovato numerose conferme al quadro delineato da Vassallo. Le inchieste stanno delineando una collusione tra interessi criminali, economici e partiti che è difficile ignorare. E che pone interrogativi inquietanti sul futuro di una regione che già versa in condizioni drammatiche. Ma nel parlamento nazionale e in quello regionale la vicenda è stata sostanzialmente ignorata: di camorra, politica e rifiuti meglio parlarne alla prossima emergenza.






fonte://http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-boss-disse:-date-a-cesaro/2041537//1